ASK ME NO MORE – ALMA TADEMA (1836-1912)


ASK ME NO MORE

ALMA TADEMA

Aesthetic Movemen

In ogni quadro di ogni artista al centro c’è sempre la donna: muse o modelle, femmes fatales, eroine d’amore, streghe, incantatrici, principesse; l’essere angelicato che può diventare demonio, la salvezza che può diventare tentazione. Perché la donna è soggetto principale dell’Aesthetic Movement. Nelle opere di questi artisti il corpo femminile non è più prigioniero come nella vita quotidiana, bensì denudato, e simboleggia una forma di voluttà. Le donne sono tutte eroine dell’Antichità e del Medio Evo; natura lussureggiante e palazzi sontuosi fanno da sfondo a queste figure sublimi, lascive, sensuali.

Un contesto non immaginato né studiato sui classici perché i pittori viaggiano in Italia, in Grecia e in Oriente e si impegnano a restituire con precisione l’architettura dei templi egiziani, dei paesaggi greci e dei bassorilievi persiani, per farne la cornice di episodi storici celebri in un ambiente di vita quotidiana reinventato. Spesso i loro viaggi erano finanziati dai mecenati, come nel caso dell’ingegnere e deputato tory John Aird che comprò “Le rose di Eliogabalo” ad Alma Tadema e ne fu così soddisfatto da invitarlo con lui in un viaggio in Egitto.
http://chiostrodelbramante.it/info/alma_tadema/#.UxI0cPl5OSo

“If no one ever marries me”

BY LAURENCE ALMA-TADEMA
If no one ever marries me,—
And I don’t see why they should,
For nurse says I’m not pretty,
And I’m seldom very good—
If no one ever marries me
I shan’t mind very much;
I shall buy a squirrel in a cage,
And a little rabbit-hutch:
I shall have a cottage near a wood,
And a pony all my own,
And a little lamb quite clean and tame,
That I can take to town:
And when I’m getting really old,—
At twenty-eight or nine—
I shall buy a little orphan-girl
And bring her up as mine.

DOLLY SYSTERS – A PEEP AT “BABES IN THE WOOD” 1922


 

DOLLY SYSTERS

 

 

A PEEP AT “BABES IN THE WOOD”

 

 

 

 

 

 

Rosie Dolly, all’anagrafe Roszika Deutsch, (Budapest25 ottobre 1892 – New York1 febbraio 1970), ed Jenny “Yansci” Dolly, all’anagrafe Janszieka Deutsch (Budapest25 ottobre 1892 – 1 maggio 1941), erano una coppia di ballerine e cantanti gemelle, popolari sulle scene di Broadway, particolarmente fra gli anni dieci e i venti, conosciute con il nome di Dolly Sisters.

 

 

Dolly Systers Birds

 

 

 

 

Spettacoli teatrali

The Echo (1910) – The Dolly Sisters

Ziegfeld Follies of 1911 (1911) – The Dolly Sisters

A Winsome Widow (1912) – The Dolly Sisters

The Merry Countess (1912) – The Dolly Sisters

Ziegfeld Follies of 1912 (1912) – The Dolly Sisters

The Honeymoon Express – Yansci Dolly (1913)

The Beggar Student – Rozsika Dolly (1913)

Ziegfeld Follies of 1913 – Rozsika Dolly (1913)

Lieber Augustin – Rozsika Dolly (1913)

The Whirl of the World – Rozsika Dolly (1914)

Hello, Broadway! – Rozsika Dolly (1914)

Maid in America – Yansci Dolly (1915)

His Bridal Night (1916) – The Dolly Sisters

The Greenwich Village Follies (1924) (1924) – The Dolly Sisters

 

 

 

Miti – CLAUDE LÉVI-STRAUSS


http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-15e613dd-f47f-445d-bcee-3798e7dc4274.html

“Cominciamo col dire che le condizioni naturali non sono subite e, quel che più conta, non hanno esistenza propria, perché sono funzione delle tecniche e del genere di vita della popolazione che le definisce e che dà loro un significato, sfruttandole in un determinato senso. La natura non è contraddittoria in sé stessa; può esserlo soltanto nei termini della particolare attività umana che vi si inscrive, e le proprietà dell’ambiente acquistano significati diversi secondo la forma storica e tecnica che questo o quel genere di attività vi assume. D’altronde, anche elevati a questo livello umano che solo può conferire loro intelligibilità, i rapporti dell’uomo con l’ambiente naturale fungono da oggetti di pensiero: l’uomo non li percepisce passivamente, ma li macina, dopo averli ridotti a concetti, per ricavarne un sistema che non è mai predeterminato: anche supponendo che la situazione rimanga la stessa, questa si presterà sempre alla possibilità di diverse sistemazioni. L’errore di Mannhardt e della scuola naturalista fu di credere che i fenomeni naturali sono ciò che i miti cercano di spiegare, quando invece sono piuttosto ciò attraverso cui i miti cercano di spiegare realtà che non sono d’ordine naturale ma logico.”
(C. Lévi-Strauss, Il pensiero selvaggio, Il saggiatore, Milano, 1990, p. 109)