Uomini e Profeti – Filippo la Porta – Podcast – Elogio dell’umanità ordinaria – Puntate 4 e 5


Uomini e Profeti

Elogio dell’umanità Ordinaria

Filippo la Porta

Podcast – Elogio dell’umanità ordinria

Jorge Luis Borges – al mio Blog

Quarta Puntata

Quinta Puntata

I Giusti, J.L.B – La Cifra, 1° Edizione 1981

Perfect Days

“Arriva il momento – dice Wenders – in cui liberare te stesso dal troppo, dalle cose inutili, dal superfluo, per apprezzare meglio le cose. E’ un lento processo di apprendimento”. (2)

Link


Uomini e Profeti – Filippo la Porta – Podcast – Elogio dell’umanità ordinaria – Prime tre puntate


Uomini e Profeti

Elogio dell’umanità odinaria

Filippo la Porta

[ Un punto di vista, una prospettiva sull’umano ordinario, che esula completamente da quello che nella quotidianità odierna è il comune vivere e sentire…un pungolo che possa insinuare il dubbio…. ] S.A.R

Questi uomini non illustri, quelli che passano sulla Terra leggeri…

Abbiamo bisogno della radicalità del messaggio Evangelico

La grandezza nelle interiorità delle Virtù più piccole, più umili…nello studio…

Spinoza, Anna Arendt, Kafka chassidico, Pirkei Avot…

Elogio dell’umanità ordinaria – Prima Puntata

Elogio dell’umanità ordinaria – Seconda Puntata

Mansfield Park

JANE AUSTEN

Trama, riassunto di Manfield Park

Filippo la Porta

Angelo Badalamenti – David Lynch

Umanità Ordinaria – Terza Puntata

Se non ora, quando?


Pandora Rivista –  2024 – Festival del Presente


Festiva del Presente

Il Festival di Pandora Rivista diventa “Festival del Presente”!

Dal 2024, arrivato al suo settimo anno, il Festival di Pandora Rivista cambia nome, continuando a proporre più di due settimane di dibattiti, lezioni e interviste per provare a capire il presente con ospiti di primo piano del mondo della cultura, dell’informazione, dell’economia e delle istituzioni.

L’edizione 2024 si intitola “Intelligenza. Umana, artificiale, globale” e si terrà dal 5 al 20 ottobre.

16 giorni con 49 tra incontri

Programma

Link incontri da Bologna BibliotecaSalaborsa


Il Genius Loci – L’essenza interiore dei Luoghi


Il Genius Loci – L’essenza interiore dei Luoghi

Christian Norberg-Schulz e il genius loci: l’essenza interiore dei luoghi

“Il carattere è determinato da come le cose sono, e offre alla nostra indagine una base per lo studio dei fenomeni concreti della nostra vita quotidiana. Solo in questo modo possiamo afferrare completamente il Genius Loci, lo “spirito del luogo” che gli antichi riconobbero come quell’ “opposto” con cui l’uomo deve scendere a patti per acquisire la possibilità di abitare”.

Paesaggio, Ambiente, Architettura

Genius loci, “essenza interiore” dei luoghi

L’opera fu programmatica perché diede avvio a una disciplina fino ad allora sconosciuta, la fenomenologia dell’architettura. Da sempre interessato alle problematiche intimiste, Christian Norberg-Schulz studiò l’architettura e in particolare il suo modo di inserirsi nel paesaggio interagendo con l’uomo e diventando luogo dell’abitare. L’abitare è quindi lo scopo ultimo dell’architettura. Proprio come diceva Heidegger, secondo cui l’uomo abita quando riesce a identificarsi in un ambiente.

Link libro


Il Genius Loci – L’essenza interiore dei Luoghi


Il Genius Loci – L’essenza interiore dei Luoghi

Christian Norberg-Schulz e il genius loci: l’essenza interiore dei luoghi

“Il carattere è determinato da come le cose sono, e offre alla nostra indagine una base per lo studio dei fenomeni concreti della nostra vita quotidiana. Solo in questo modo possiamo afferrare completamente il Genius Loci, lo “spirito del luogo” che gli antichi riconobbero come quell’ “opposto” con cui l’uomo deve scendere a patti per acquisire la possibilità di abitare”.

Paesaggio, Ambiente, Architettura

Genius loci, “essenza interiore” dei luoghi

L’opera fu programmatica perché diede avvio a una disciplina fino ad allora sconosciuta, la fenomenologia dell’architettura. Da sempre interessato alle problematiche intimiste, Christian Norberg-Schulz studiò l’architettura e in particolare il suo modo di inserirsi nel paesaggio interagendo con l’uomo e diventando luogo dell’abitare. L’abitare è quindi lo scopo ultimo dell’architettura. Proprio come diceva Heidegger, secondo cui l’uomo abita quando riesce a identificarsi in un ambiente.

Link libro


Biennale di Venezia 2024 – Arsenale


#Arsenale – #Biennale 2024

Stranieri Ovunque

Stranieri Ovunque – Foreigners Everywhere

La Biennale, una meta sin dalla mia prima volta nel lontano 1994

Il titolo Stranieri Ovunque – Foreigners Everywhere è tratto da una serie di lavori realizzati a partire dal 2004 dal collettivo Claire Fontaine, nato a Parigi e con sede a Palermo. Queste opere consistono in sculture al neon di vari colori che riportano in diverse lingue le parole “Stranieri Ovunque”. L’espressione è stata a sua volta presa dal nome di un omonimo collettivo torinese che nei primi anni Duemila combatteva contro il razzismo e la xenofobia in Italia.

«L’espressione Stranieri Ovunque – spiega Adriano Pedrosa – ha più di un significato. Innanzitutto, vuole intendere che ovunque si vada e ovunque ci si trovi si incontreranno sempre degli stranieri: sono/siamo dappertutto. In secondo luogo, che a prescindere dalla propria ubicazione, nel profondo si è sempre veramente stranieri».

Link

Link

Spazio delle Corderie

Vedi Padiglione Italiano


Padiglione Italia – Biennale d’arte – Venezia 2024 –


Padiglione Italia

#biennale2024

Il titolo Stranieri Ovunque – Foreigners Everywhere è tratto da una serie di lavori realizzati a partire dal 2004 dal collettivo Claire Fontaine, nato a Parigi e con sede a Palermo. Queste opere consistono in sculture al neon di vari colori che riportano in diverse lingue le parole “Stranieri Ovunque”. L’espressione è stata a sua volta presa dal nome di un omonimo collettivo torinese che nei primi anni Duemila combatteva contro il razzismo e la xenofobia in Italia.

«L’espressione Stranieri Ovunque – spiega Adriano Pedrosa – ha più di un significato. Innanzitutto, vuole intendere che ovunque si vada e ovunque ci si trovi si incontreranno sempre degli stranieri: sono/siamo dappertutto. In secondo luogo, che a prescindere dalla propria ubicazione, nel profondo si è sempre veramente stranieri».

Link

Il Padiglione Italia di Massimo Bartolini a Venezia


Massimo Bartolini (Cecina, 1963) è da trent’anni uno dei più sensibili artisti italiani e con il padiglione di questo 2024 mette un sigillo sulla sua carriera negli anni della pienissima maturità artistica. L’intervento, curato da Luca Cerizza e sostenuto oltre che dal Governo (800mila euro) anche dalla Tods e da Banca Ifis (altri 400mila euro), riesce ad aver ragione dell’inutilmente smisurato spazio alle Tese delle Vergini. La mostra si articola in tre spazi: la prima tesa, la seconda tesa, il giardino. Il filo conduttore è il suono, la musica, ma anche il silenzio cheppoi sempre suono è. E l’ascolto, col titolo che gioca con le parole To Hear (ascoltare) e per assonanza dall’inglese Due Qui. Il padiglione diventa così un gigantesco strumento musicale che fluttua tra i tre ambienti che risuonano uno dentro l’altro, un organo di canne di metallo inifinite lunghe chilometri e ritmate in migliaia di metri quadri.

In un percorso potenzialmente circolaredue figure fanno da ideali introduzioni agli spazi e al progetto: gli alberi del Giardino delle Vergini e un Bodhisattva Pensieroso. Incarnazioni di un principio di natura e di spiritualità, sembrano rappresentare momenti di immobilità. In verità è un’inazione solo apparente. L’albero che è connesso attraverso le radici o il Bodhisattva che sta seduto a pensare incarnano forme di relazione forse più profonde con il Mondo. Intorno a loro e con loro si delineano le opere che aprono e chiudono il progetto, che ha il suo centro in una grande installazione sonora attraversabile dal pubblico.

Padiglione Italia