Utero Artificiale, Ectogenesi


Ectogenesi

«L’utero artificiale e la clonazione schiuderanno prospettive vertiginose in cui ciascuno potrà decidere autonomamente di riprodursi e un giorno si arriverà forse all’ermafroditismo universale».

Ovvio che sarà così, al di sopra di ogni visione complottista o di ogni pseudo fanatico di realtà distopica, senza fronzoli o etichettatura…semplicemente #scienza e #futuro senza limiti di credo….

«I feti venivano coltivati in bottiglia e ci si garantiva massima uniformità umana usando ovuli estratti da un numero limitato di madri»: così Aldous Huxley, nel suo Ritorno al mondo nuovo ha descritto profeticamente una prospettiva futurista che è già divenuta realtà.

Link

Il punto di arrivo non è creare uteri artificiali per salvare i bimbi nati prematuri, ma far nascere le prossime generazioni tramite l’ectogenesi, scollando di fatto la riproduzione e la nascita dal ventre materno.

https://www.huffingtonpost.it/entry/utero-artificiale_it_5d9c99f4e4b099389806dcda

«La riproduzione diventerà compito delle macchine, mentre la clonazione e le cellule staminali permetteranno a genitori-clienti di coltivare organi a volontà per sostituire i più difettosi. Un bambino potrà essere portato in grembo da una generazione precedente della stessa famiglia o da un donatore qualsiasi, e i figli di due coppie lesbiche nati da uno stesso donatore potranno sposarsi, dando vita a una famiglia con sole nonne e senza nonni. Molto più in là, i bambini potranno essere concepiti, portati in grembo e fatti nascere da matrici esterne, animali o artificiali, con grande vantaggio per tutti: degli uomini poiché potranno riprodursi senza affidare la nascita dei propri discendenti a rappresentanti dell’altro sesso; delle donne poiché si sbarazzeranno dei gravi del parto»[1].

Webinar – “Riflessioni a partire dal libro “Cerchi di capire, prof” di Giovanna Cosenza”


STEREOTIPI SULL’ETÀ, GENERAZIONI, INVECCHIAMENTO DELLA POPOLAZIONE. RIFLESSIONI A PARTIRE DAL LIBRO “CERCHI DI CAPIRE, PROF”

#webinar #stereotipi #generazioni #educazione

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Fondazione Gramsci

Matilde Callari Galli, Vicepresidente Fondazione Gramsci Emilia-Romagna
Elena Luppi, Università di Bologna
Matilde Callari Galli, Vicepresidente Fondazione Gramsci Emilia-Romagna
Elena Luppi, Università di Bologna

In queste pagine Giovanna Cosenza, attingendo ai canali sempre aperti con i suoi studenti, dal blog alle conversazioni al supermercato, racconta incontri e storie che attraversano i grandi temi dell’esistenza: genitori, amicizie, amore, sogni, lavoro. Ne emerge la fotografia non di una, ma di più generazioni di ventenni cresciuti tra ripetute crisi economiche e ora una pandemia. Sono quelli che gli stereotipi mediatici hanno classificato impietosamente come “bamboccioni”, “sdraiati”, “apatici”, “choosy”, e che molti, oggi, concordano nel considerare privi di futuro. 

Leggi il resto della presentazione…


LE CITTÀ DEL FUTURO – Collegio Carlo Alberto


Il nuovo ciclo di incontri “Le città del futuro


Una riflessione sul futuro delle città, di fronte alle nuove sfide economiche, sociali, tecnologiche, ambientali: il cambiamento climatico, la digitalizzazione, le crescenti disuguaglianze sociali.

Ciclo di incontri in collaborazione con Fondazione Circolo dei lettori

Il ruolo delle città metropolitane per lo sviluppo economico è sempre più importante. Negli ultimi decenni una crescente quota di popolazione e di prodotto interno lordo è concentrata nei grandi agglomerati urbani. Qui ci sono le migliori università, i lavori a più forte contenuto tecnologico e le attività a più alto valore aggiunto. Sono agglomerati diversificati da un punto di vista economico, caratterizzati, in genere, da una forte eterogeneità sociale, culturale e di origine geografica della popolazione. Allo stesso tempo, questi agglomerati in continua gentrificazione soffrono anche di forti costi di congestione e hanno al proprio interno condizioni sociali molto diverse e spesso fortemente ineguali.

Un tema da affrontare per le grandi metropoli è proprio quello di conciliare crescita e concentrazione di risorse con costi elevati in termini di sostenibilità ambientale e tensioni sociali. Allo stesso tempo, altri agglomerati urbani, soprattutto di media dimensione, spesso a vocazione manifatturiera fortemente specializzata, non sempre riescono a tenere il passo dei principali poli metropolitani, a ritrovare un nuovo processo di sviluppo quando le attività in cui sono specializzati declinano. Questa, in parte, è la storia di Milano da un lato verso Torino e Genova. Il reddito pro capite di queste ultime dall’inizio del 2000 si è ridotto di circa 6 punti percentuali rispetto a quello milanese.

Questo ciclo di incontri è una riflessione sul futuro delle città, di fronte a nuove colossali sfide economiche, sociali, tecnologiche, ambientali: il cambiamento climatico, la digitalizzazione, le crescenti disuguaglianze sociali. È una riflessione sia sui poli metropolitani in crescita che su quelli in declino, riflessione resa ancora più urgente dalla pandemia da Covid-19, che ha modificato la geografia del lavoro e delle relazioni sociali, in modo forse permanente.

Gli incontri si svolgeranno tra gennaio e aprile 2021.

26 gennaio 2021, ore 18:00
Città tra Hi- e Low- Tech: quali percorsi di sviluppo?

3 febbraio 2021, ore 18.00
Disagio sociale, redistribuzione e welfare

10 febbraio 2021, ore 18.00
Cultura e sviluppo economico

25 febbraio 2021, ore 18.00
Nuove tecnologie e sanità del futuro

3 marzo 2021, ore 18.00
La narrazione delle città

10 marzo 2021, ore 18.00
Il patrimonio edilizio scolastico come infrastruttura di sviluppo per le città

23 marzo 2021, ore 18.00
Industria, impresa e innovazione

Il patrimonio edilizio scolastico come infrastruttura di sviluppo per le città

LA CITTA 15 MINUTI

La nuova Scuola – Prof.Profumo

Video Carlo Moreno


Fermarsi eccome – io resto a casa


Dall’articolo de il Post Sala (Sindaco di Milano) ha detto che la campagna “Milano non si ferma” è stata un errore.

Video Lezioni Magistrali, Festival di Filosofia

Dal mio tweet del 7 Marzo

E la Lombardia si ferma, si ferma eccome, come ci si deve fermare in caso di malattia e di lutto, il tempo necessario. Lo stesso per tutta #Italia. Perseverare nella finzione di onnipotenza è non solo stupido ma anche colpevole. Agire con Etica #ordinepubblico #emergenza

Schiavi di una impostazione della società basata sulla #competitività che porta ad #egoismo e #corruzione

Link alla libreria google

Link per approfondimenti

Articolo

MimesiEdizioni

Competizione

Libro

Modello Milano

Rifking – La fine del lavoro

La terza rivoluzione industriale

IO RESTO A CASA – Nove Marzo Duemilaventi


La situazione è molto grave.
Obbligati ad essere civili. Rispettare l’Umana sopravvivenza.

#emergenza #coronavirus #covit19

“L’epidemia di babbei è già una pandemia”

Il 7 marzo scorso Musk ha scritto un tweet alquanto lapidario: “Il panico per il Coronavirus è da stupidi”. Neanche cento caratteri che non sono sfuggiti al virologo del San Raffaele di Milano, in prima linea nella lotta contro il Covid-19, alfiere fin dalle prime ore dell’apparizione del virus di una posizione radicale per combatterlo. “L’epidemia di babbei è già una pandemia”, ha risposto Burioni a stretto giro.

Articolo completo

Obbligati ad essere civili – #iorestoacasa

Aggiornamenti ufficiali sul Coronavirus

Sulla #terapiaintensiva

CanaleTelegram sul Coronavirus


Global Cases


Mariangela Gualtieri

Questo ti voglio dire

ci dovevamo fermare.

Lo sapevamo. Lo sentivamo tutti

ch’era troppo furioso

il nostro fare. Stare dentro le cose.

Tutti fuori di noi.

Agitare ogni ora – farla fruttare.

Ci dovevamo fermare

e non ci riuscivamo.

Andava fatto insieme.

Rallentare la corsa.

Ma non ci riuscivamo.

Non c’era sforzo umano

che ci potesse bloccare.

E poiché questo

era desiderio tacito comune

come un inconscio volere –

forse la specie nostra ha ubbidito

slacciato le catene che tengono blindato

il nostro seme. Aperto

le fessure più segrete

e fatto entrare.

Forse per questo dopo c’è stato un salto

di specie – dal pipistrello a noi.

Qualcosa in noi ha voluto spalancare.

Forse, non so.

Adesso siamo a casa.

È portentoso quello che succede.

E c’è dell’oro, credo, in questo tempo strano.

Forse ci sono doni.

Pepite d’oro per noi. Se ci aiutiamo.

C’è un molto forte richiamo

della specie ora e come specie adesso

deve pensarsi ognuno. Un comune destino

ci tiene qui. Lo sapevamo. Ma non troppo bene.

O tutti quanti o nessuno.

È potente la terra. Viva per davvero.

Io la sento pensante d’un pensiero

che noi non conosciamo.

E quello che succede? Consideriamo

se non sia lei che muove.

Se la legge che tiene ben guidato

l’universo intero, se quanto accade mi chiedo

non sia piena espressione di quella legge

che governa anche noi – proprio come

ogni stella – ogni particella di cosmo.

Se la materia oscura fosse questo

tenersi insieme di tutto in un ardore

di vita, con la spazzina morte che viene

a equilibrare ogni specie.

Tenerla dentro la misura sua, al posto suo,

guidata. Non siamo noi

che abbiamo fatto il cielo.

Una voce imponente, senza parola

ci dice ora di stare a casa, come bambini

che l’hanno fatta grossa, senza sapere cosa,

e non avranno baci, non saranno abbracciati.

Ognuno dentro una frenata

che ci riporta indietro, forse nelle lentezze

delle antiche antenate, delle madri.

Guardare di più il cielo,

tingere d’ocra un morto. Fare per la prima volta

il pane. Guardare bene una faccia. Cantare

piano piano perché un bambino dorma. Per la prima volta

stringere con la mano un’altra mano

sentire forte l’intesa. Che siamo insieme.

Un organismo solo. Tutta la specie

la portiamo in noi. Dentro noi la salviamo.

A quella stretta

di un palmo col palmo di qualcuno

a quel semplice atto che ci è interdetto ora –

noi torneremo con una comprensione dilatata.

Saremo qui, più attenti credo. Più delicata

la nostra mano starà dentro il fare della vita.

Adesso lo sappiamo quanto è triste

stare lontani un metro.

REMO BODEI – PERCHÈ LA PAURA – MAST – BOLOGNA


REMO BODEI – PERCHÈ LA PAURA – MAST – BOLOGNA

Paura per ignoranza e per questo cediamo a false credenze; paura della libertà e per questo scegliamo la servitù; paura dell’altro che è di fronte a noi e che ci rifiutiamo di conoscere; paura dell’altro che è in noi in una sorta di io diviso; paura del limite e per questo cerchiamo in ogni modo di spostare in avanti il momento della morte. Oggi più che mai scontiamo non una ma tante paure.

Per eliminare la paura ci vuole la sicurezza.

Remo Bodei è professore di Filosofia presso la University of California a Los Angeles, dopo aver insegnato a lungo alla Scuola Normale Superiore e all’Università di Pisa. Tra i massimi esperti delle filosofie dell’idealismo classico tedesco e dell’età romantica, si è occupato anche di pensiero utopico e di forme della temporalità nel mondo moderno. Ha inoltre indagato il costituirsi delle filosofie e delle esperienze della soggettività tra mondo moderno e contemporaneo, pervenendo a una riflessione critica sulle forme dell’identità individuale e collettiva.

Introduce Ivano Dionigi

Sapere aude!

Link utili

Hostis – HospesStranieri senza IdentitàIl Buon Governo

L’ Agente Segreto – Conrad

Remo Bodei lascia la vita terrena

Il 7 Novembre 2019