Laboratorio di Etica – La Coscienza – 2025
VITO MANCUSO
Il Laboratorio di Etica di Vito Mancuso nasce dal bisogno, oggi più che mai attuale, di comprendere la realtà nella quale viviamo. Dopo Le Virtù nel 2019, I Maestri Spirituali nel 2020, La Pandemia nel 2021 e Guerra e pace nel 2022, I miei principi morali nel 2023, Il Super-Ego nel 2024, Vito Mancuso torna a Bologna negli spazi dell’Auditorium della Fondazione MAST con un ciclo di quattro lezioni dedicate alla coscienza.
«Se c’è un fenomeno che più di ogni altro suscita meraviglia al solo pensarlo, questo è la coscienza. Che cos’è, realmente, la coscienza? Coincide con il nostro cervello, oppure tra cervello, mente e coscienza esiste una differenza? Com’è possibile che dalla materia del cervello scaturisca l’energia immateriale e intelligente che costituisce la coscienza? E come si fa, eticamente parlando, a custodire la coscienza, a nutrirla, a renderla sempre più vigile, acuta e responsabile?».Vito Mancuso
Il settimo Laboratorio di Etica discuterà questo tema con i seguenti relatori: l’astrofisica Ersilia Vaudo dell’Agenzia Spaziale Europea di Parigi (per indagare l’origine della coscienza a partire dall’origine delle stelle), il neuropsichiatra Franco Fabbro dell’Università di Udine (sul rapporto cervello-mente-coscienza), Neva Papachristou, insegnante guida dell’Associazione per la Meditazione di Consapevolezza A.Me.Co. (per indagare la pratica quotidiana di esercizio della coscienza). Ad ogni incontro sarà sempre presente Vito Mancuso che, nell’appuntamento conclusivo, farà una sintesi e una restituzione di quanto emerso nei precedenti incontri.



Ciclo di Incontri
COME COLTIVARE LA COSCIENZA MORALE
Nel 1954 Hannah Arendt descriveva lucidamente la dinamica della società totalitaria illustrando cosa essa teme di più, e al contempo qual è l’arma più efficace nelle mani degli individui per difendere se stessi. Ecco le sue illuminanti parole: “Noi che abbiamo fatto esperienza delle organizzazioni totalitarie di massa [sappiamo che] il loro primo interesse è eliminare qualunque possibilità di solitudine. […] In certe condizioni di organizzazione politica la coscienza non funziona più […] Un essere umano non può mantenere intatta la propria coscienza se non può mettere in atto il dialogo con se stesso, cioè se perde la possibilità della solitudine, che è necessaria per ogni forma di pensiero.”
Hannah Arendt ci insegna il valore della solitudine, intesa ovviamente non come isolamento, ma come raccoglimento. Essa è tanto temuta dai totalitarismi di ogni tipo, perché è mediante la solitudine in quanto raccoglimento che si coltiva la coscienza morale dalla quale nascono il pensiero e la libertà.
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